Rabid – Sete di sangue
Regia: David Cronenberg
Anno: 1976
Voto: 8/10
Il mito filmico della “trasformazione della carne”, della metamorfosi del corpo umano. Sesso, sangue, follia, mutazione, odio, vendetta dell’uomo sulla natura che lo svilisce, sul genere umano che lo aborre : la ricetta cronenberghiana dell’horror.
Vittima di un non riuscito trapianto di epidermide, una ragazza (Marylin Chambers) sviluppa un nuovo organo con cui succhia il sangue al suo prossimo, trasmettendogli una sorta di rabbia. Velocemente, l’intera Montreal è infettata.
Il sesso come contagio e pulsione di morte, la carne che genera nuovi organi sono il fulcro del film.
La prima sequenza mostra gli attori Marylin Chambers e Frank Moore che, vestiti di pelle, si lanciano in una corsa motociclistica osservata con passione opaca, molto vicina a quella elaborata da Carl Theodor Dreyer in Raggiunsero il traghetto (“They Caught the Ferry”, 1948): una coppia in motocicletta corre smodatamente per raggiungere l’imbarco del traghetto. La guida spericolata, però, promette un inevitabile incontro con la morte. Raggiungeranno il traghetto…in due (belle) bare.
In Rabid, un montaggio alternato mette in relazione la corsa della coppia (di turno) con la clinica di chirurgia estetica del dottor Keloid, che sta progettando una banca della pelle, all’interno della quale studiare e mettere in atto non un nuovo tipo di trapianto, bensì una tecnica che permetta all’organismo stesso di rigenerare le parti lese.
Lo “scienziato pazzo”, il mad doctor, archetipo del cinema horror è sempre prevedibilmente più complesso delle sue creazioni (androidi, mostri, mutanti). Cronenberg ribalta l’archetipo e, fatta eccezione per il dottor Raglan di Brood – La covata malefica, i suoi scienziati sono pure incarnazioni del mito di Prometeo, faustianamente portati alla catastrofe ed al fallimento dalle loro stesse invenzioni.
Il dottor Keloid, scienziato privo di scrupoli, raccoglie dalla strada Rose, una ragazza in fin di vita e pratica sul suo corpo un’operazione che permetterà al rene e agli intestini di ricostruirsi autonomamente. L’intervento, però, provoca effetti collaterali indesiderabili. Rose utilizza la protuberanza-pungiglione che ha sotto un’ascella (del tutto simile a un pene) per nutrirsi.
La presenza di Marylin Chambers, pornostar canadese, in questo caso, è molto esplicativa: interpretando il personaggio di Rose, assume il ruolo sociale di sacerdotessa e vittima sacrificale del sesso. Rose è una ragazza mite e remissiva, perciò il suo atto di aggressione sessuale, subdolo e vendicativo, va interpretato come il tentativo di rivalsa sociale di una donna sfruttata sessualmente. Rabid – Sete di sangue propone una interpretazione originale del tema dell’epidemia, attraverso un doppio livello di narrazione, quello privato (di Rose) e quello sociale (della diffusione del morbo).