Paranormal Xperience
Regia: Sergi Vizcaino
Anno: 2011
Voto: 4/10
Un’esperienza (cinematografica) che di paranormale ha già il fatto di essere proiettata nei cinema.
Avete presente quei bei film stranieri…animati da sceneggiature originali e ben recitati da volti mai visti?
Ecco, Paranormal Xperience (ne hanno fatto persino una versione 3D, spendendo soldi che potevano andare ai poveri del Terzo mondo) è un film mezzo spagnolo, mezzo messicano, pieno di attori giovani, che scimmiottano l’american way of life (pre crisi finanziaria) e hanno la stessa verve recitativa dei ragazzi del Grande Fratello (un’edizione a caso).
La storia è trita e ritrita. Parte e si evolve come uno slasher qualunque (anche se gli adolescenti, in questo caso, sono un po’ cresciutelli): un gruppo di studenti universitari di psicologia, coinvolti in un esperimento sul paranormale al solo scopo di non essere bocciati. Tendenzialmente, se avessero girato un documentario sugli stessi studenti, intenti a studiare per gli esami universitari, avremmo ottenuto un’eguale esperienza paranormale.
Ho scritto “paranormale” già quattro volte (titolo incluso), ma di paranormale, nel film, c’è ben poco.
La vicenda si svolge in un paesino disabitato (una “singola” casa stregata era riduttiva?), con annessa miniera abbandonata (niente cimitero indiano?), all’interno della quale un dottore pazzo (che ha le sembianze e le motivazioni di un qualsiasi mad doctor in bianco e nero) ha seviziato, mutilato, sventrato minatori ed abitanti del villaggio (che dovevano essere pochi, visto che il villaggio s’è spopolato).
Il dottore pazzo è morto da un pezzo, ma il suo spirito infesta ancora quei luoghi. Non si sa come, non si sa perché, indossa una mezza maschera in stile Saw – L’Enigmista, un fisique du role alla Leatherface (nel senso che ha gli stessi chili di troppo), blatera di dolore e di verità neanche fosse Pinhead e “manovra” il corpo posseduto con malignità, come solo Freddy Krueger sapeva fare.
Il finale è in stile “giallo all’italiana” (alla Dario Argento, per intenderci).
Il paranormale è solo un pretesto (e sono cinque).
Se avete davvero speso i soldi per vedere questo film…pazienza (potevate sbagliare sala e ritrovarvi davanti The Artist). Del resto, avete letto Paranormal Xperience, fraintendendo con Paranormal Activity (quello diretto da Oren Peli nel 2007 e che aveva il suo perché, almeno fino all’apparizione del mostro-gallina), meritate di essere derubati dei soldi del biglietto.
Se avete ancora i soldi in tasca e voglia di paranormale indipendente (e sono sei), noleggiate un film come The Orphanage (“El Orfanato”) diretto da Juan Antonio Bayona nel 2007. Dico solo che ha vinto sei premi Goya (non contando le quattordici nomination) e che è stato il primo film horror che mi abbia mai fatto piangere di commozione.
Se rientrate nel novero dei fortunati che non sono andati a vedere Paranormal Xperience ed avete ancora fame di horror (fatto bene e con budget ridotto), premiatevi con Il guardiano di notte (“Nattevagten”), quello danese originale, scritto e diretto da Ole Bornedal nel 1994 (sappiate che il remake americano, in confronto, è una schifezza) o con The Cube, diretto da Vincenzo Natali nel 1997 (budget ridicolo, storia eccezionale!).
16 aprile 2012
bellissima e simpaticissima recensione!!!!
17 aprile 2012
E ancora non hai letto quella di “L’altra faccia del diavolo”…
(penso di essere l’unica persona che si sbellica a scrivere di horror)