Ghost Rider – Spirito di vendetta
Regia: Mark Neveldine e Brian Taylor
Anno: 2012
Voto: 7/10
Nicholas Cage, Violante Placido, l’anticristo e una motocicletta in fiamme.
Il controtitolo italiano, tanto per cambiare, non ha niente a che fare con il contenuto del film. Tanto valeva titolarlo Ghost Rider – Il presagio, perché è al film Omen – Il presagio (diretto da John Moore nel 2006 e remake de Il presagio di Richard Donner del 1976) che ho pensato immediatamente.
Satana vuole un figlio che sia per metà umano, condannato ad essere ricettacolo dell’anima dannata dell’anticristo. In questo film si chiama Danny (è Fergus Riordan, protagonista di I Want to Be a Soldier diretto da Christian Molina nel 2010), ne Il presagio, si chiamava Damien.
Roarke è il “padre-satana” (il Ciarán Hinds che ricordo per la sua interpretazione di Lot nell’Excalibur, di John Boorman nel 1981).
La madre del riposseduto è Nadya, una Violante Placido (figlia di Michele, attore e regista), pallida e con l’occhio bistrato e ceruleo che dovrebbe interpretare la parte della zingara (anche se, fisicamente, mal si adatta al ruolo), ladra e maledetta, ma madre amorevole.
Il cattivo co-protagonista è Carrigan (il Johnny Whitworth di Limitless di Neil Burger, ma che è più facile ricordare per la serie tv CSI Miami).
Il Ghost Rider è sempre lui, Nicholas Cage, coadiuvato da Idris Elba nella parte di Moreau prete-guerriero-alcoolizzaro (francese per giunta) che mi sembrava di aver già visto da qualche parte e, sarà per la complicità delle lenti a contatto chiare (ed improbabili e da zombi) mi ha ricordato la sua interpretazione di Stone in 28 settimane dopo (Juan Carlos Fresnadillo, 2007).
Il cast è eterogeneo, ma la storia è un po’ trita. Il figlio del demonio ha tutta una filmografia alle spalle (volendo, si potrebbe citare anche Rosmery’s Baby di Polanski), ma si fa perdonare il cliché grazie ad effetti speciali e computergrafica che daranno il meglio nella versione 3D (non è neanche peregrina l’idea di un sequel del videogame, già prodotto dalla 2kgames e per tutte le piattaforme possibili, Gameboy Advance e PC inclusi).
Alcune anticipazioni, quindi, sono doverose. Ci sono fermo-immagine alla Max Payne ed una voce narrante che ricorda le trasposizioni cinematografiche dei fumetti di Frank Miller (da Sin City a 300). Per omaggiare la Marvel, che ha pubblicato il Ghost Rider, prima che diventasse un personaggio cinematografico, sono stati inseriti spezzoni fummettistici un po’ action-horror (già visti in Kill Bill vol.1, quando si affronta la triste infanzia di O-Ren Ishii, ovvero, colpi di katana e sangue e gogo).
Non manca il patto col diavolo (per vendetta o per disperazione), che ha la stessa valenza (un po’ eroica un po’ già vista) che aveva ne Il corvo e in The Punisher.
Lo stesso Ghost Rider, se non avesse la motocicletta, sarebbe un emulo di Devilman (il celebre manga di Go Nagai), proprio per la sua propensione a cercare altri “demoni” e distruggerli. Un emulo che non esita a dire “Fame!” in faccia al cattivo di turno, come facevano gli zombi dei vecchi film alla Romero.
Interessante la sequenza di immagini fumettizzate di reincarnazioni del diavolo sulla terra…sono personaggi noti e non. E’ una bella sfida indovinare chi siano (uno sembrava proprio Martin Luther King, ma spero di essermi sbagliata).
Breve (ed utile solo come raccordo nella trama) il cameo di Christopher Lambert (è ancora vivo!), nel suo ruolo di Methodius monaco-buono-ma-anche-no, con il capo completamente disseminato di scritte (come Conan il barbaro, in attesa di resuscitare), ma pelato come il Pinhead di Hellraiser.
Il film è scontato. Si muove lineare e prevedibile, dall’inizio alla fine. Niente colpi di scena. Niente battute memorabili. Un sequel che promuove, nelle scene finali, il sequel successivo.
Però, gli effetti speciali valgono i soldi spesi.