Essi Vivono

Regia: John Carpenter
Anno: 1988
Voto: 8/10

Dal regista di Halloween: la notte delle streghe (1978), Fog (1980) e La cosa (1982), una favola sociale che è critica violenta all’influenza mediatica ed all’azzeramento psicologico della società contemporanea, irrimediabilmente asservita al sistema.

John Nada, il protagonista, è un americano fiducioso e ottimista. Nonostante la crisi finanziaria lo abbia costretto ad abbandonare la sua città per trovare lavoro, una volta a Los Angeles, riesce a farsi assumere come manovale. I suoi guadagni, comunque, non bastano per permettersi di alloggiare in un albergo o di pagarsi l’affitto di un appartamento, così un collega, Frank, gli offre di accompagnarlo in un accampamento di baraccati.

Accanto all’accampamento sorge una chiesa continuamente sorvegliata da elicotteri della polizia, perché sospettata di essere il luogo dal quale un’emittente privata trasmette programmi sovversivi che incitano la popolazione a prendere coscienza dell’esistenza di esseri che vogliono distruggere il pianeta. In realtà la chiesa è il fulcro di un furtivo andirivieni di casse di cartone.

Finché, una sera, la polizia assalta e distrugge l’accampamento con ruspe e manganelli e John, sfuggito all’arresto, scopre, all’interno di una di queste casse, degli occhiali da sole dal potere straordinario (l’idea degli occhiali da sole che rivelano la realtà, fa riferimento al racconto Eight o’clock in the morning dello scrittore Ray Nelson): la realtà si presenta in bianco e nero, mentre segnali stradali, manifesti pubblicitari, giornali svelano messaggi subliminali. In più, mischiati fra la folla, buona parte dei cittadini si rivelano esseri alieni. Dopo lungo girovagare John scopre che il mondo intero è ipnotizzato da onde magnetiche, provenienti da un’emittente televisiva gestita da extraterrestri e da subordinati umani.

Alleatosi con il gruppo di “partigiani” intenzionati a liberare il mondo dal giogo alieno, Nada individua e distrugge l’antenna che permette agli invasori di accedere al pianeta e (peggio ancora) alle menti umane, rivelando a tutto il mondo la loro vera natura.

Il film, dichiaratamente politico e di sinistra, rilegge uno dei temi classici del genere horror: il nemico, insospettabile, nascosto fra la folla. Il pericolo, però, non è più rappresentato dallo stereotipo del comunista sovversivo (come negli anni ’50) ma dallo yuppie reaganiano, dal capitalismo, dall’insofferenza borghese.

Continua  l’avventura di John Nada, Wrestman a caccia di alieni, paladino proletario del “Social-Horror”.

Alludendo ad una realtà in bianco e nero ed alla deformazione aliena che l’ha resa a colori, Carpenter  fa chiaramente riferimento alla proposta (poi respinta) avanzata da Ted Turner, proprietario dell’emittente statunitense CNN, di colorare artificialmente i capolavori del cinema in bianco e nero. La critica è qui rivolta all’intenzione di modificare la realtà adattandola ai media.

In Essi Vivono, poi, la salvezza dell’umanità non è più prerogativa di eroi dalle capacità straordinarie, ma nel sottoproletariato urbano, nelle fasce marginali e misconosciute della società. Carpenter, infatti, assimila gli alieni alla classe media, ai ricchi, perché “liberi imprenditori dello spazio che sfruttano la terra come un paese del terzo mondo”, come sostiene uno dei personaggi del film. Gli eroi invece sono imperfetti, rozzi e disoccupati.

La sequenza della scazzottata tra Nada e il suo amico di colore Frank (Keith David) rimanda a quella fra John Wayne e Victor McLaglen in Un uomo tranquillo diretto da John Ford nel 1952. In Essi Vivono, però, il prolungarsi della lotta fra i due, da un lato ripete i meccanismi del comico, dall’altro svela un contenuto autoreferenziale: John Nada, alias Rroddy Piper, altri non è che un ex lottatore di catch.

L’aperta critica sociale, la violenza, apparentemente gratuita ma giustificata dalla necessità di debellare una razza avversa e pericolosa, e la poliedricità di contenuti e referenti fanno di Essi Vivono un audace presupposto all’horror degli anni Novanta.

Author: Mafalda Laratta

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