Society – The Horror
Regia: Brian Yuzna
Anno: 1989
Voto: 8/10
La “Società”, fulcro centrifugo e manipolatore: carne, corpi ed anime asservite al diritto del più forte (economicamente), “giusta causa” del “bene comune”. Ipocrisia, ricchezza e conformismo in questa splatter-critica sociale.
L’inquieto Bill (Bill Warlock) appartiene alla gioventù dorata di Beverly Hills, ma il suo disagio ha ragion d’essere: la società è in realtà una setta segreta dedita al cannibalismo e lui è una delle vittime predestinate.
Society prende spunto dalle commedie per teen-ager, ma si scopre subito un originalissimo horror moralistico.Nello smascherare l’altra faccia di una Beverly Hills annoiata, straniata e pericolosa, si affianca alla critica sociale contenuta in Schegge di follia (Heathers), diretto da Michael Lehmann nello stesso anno, una black comedy sugli orrori delle scuole per futuri yuppie, in cui la creatività studentesca si esprime non tanto attraverso l’amore per la poesia come accade in L’attimo fuggente (“Dead Poets Society”), diretto da Peter Weir, quanto attraverso omicidi in serie.
Dietro la vicenda del giovane Bill che, senza saperne il motivo, si sente estraneo alla sua stessa famiglia, si nasconde una critica aggressiva molto simile a quella di Essi Vivono di Carpenter: i ricchi californiani, belli e sicuri di sé, con le loro feste e i loro rituali, sono una classe che vive di antropofagia e di orrendi crimini perpetrati ai danni dell’umanità ordinaria.
Tutto ciò che c’è di bello ed attraente nella società borghese è, insomma, il frutto di un’orrenda mostruosità; mentre il protagonista è un ragazzo restio a farsi assorbire in quest’unico corpo mostruoso, ermafrodito e cannibale.
Tutto l’intrigo che precede l’agnizione, si svolge sul filo del dubbio e dell’allucinazione, quasi sotto tono, attraverso una suspense contenuta e contrastata da scenari luminosi e solari. Evitando le convenzionali scene-shock, il racconto procede per dettagli corporei inquietanti, disseminando segnali disgustosi per poi esplodere nella grande deflagrazione della mostruosità rivelata. E’ un orrore che scaturisce soprattutto dalla vischiosità e dalla visceralità anziché dal sangue e dallo squartamento: a provocare orrore e disgusto non è il massacro, ma il trionfo del corpo, questo insistito oggetto di culto giovane, solare e smagliante di una società ossessionata dal benessere fisico.
Society di Yuzna ripercorre le tematiche del cinema di Carpenter e Cronenberg per approdare agli stessi risultati: un nuovo universo horror, costruito su sesso, violenza e critica sociale, morale e politica.